In dieci anni, dal 2008, la crisi è diventata un sistema tipico. Effetti economici, sociali e pandemie hanno contribuito a definire un trend stabile con riduzione dei valori degli immobili e, di conseguenza, dei prezzi.
Dal 2017 lo scenario immobiliare ha rilevato una ripresa intelligente: i venditori si sono adeguati alla consapevolezza di un mercato riequilibrato e gli acquirenti, con attenzione, hanno capito che è il momento giusto per acquistare. Vengono scartati gli immobili che non hanno peculiarità a favore di proprietà collocate in zone rigenerate, caratterizzate da comfort in senso lato e dove una persona vede realmente proiettato sé stesso e la sua famiglia in termini di vivibilità ambientale, sociale e civica.
Questa non è moda: è pensiero maturo e futuro.
Un nuovo approccio, quindi, che tiene conto anche di norme serie e puntuali relative a risparmio energetico, agevolazioni fiscali, superbonus e tante altre componenti che però, a volte, s’infrangono sul muro della burocrazia. Ad esempio, le necessarie procedure della ricerca della legittimità urbanistica, la definizione di sanatorie edilizie e la volontà di onorare i termini temporali di compravendite immobiliari spesso, infatti, incrociano rallentamenti nella loro esecuzione.
In questa situazione, professionisti come geometri, architetti, notai, ingegneri e agenti immobiliari si trovano nell’impossibilità e nel disagio pratico di far comprendere ai loro clienti le tempistiche e l’apparente inerzia nell’esecuzione e definizione delle pratiche.